Acquistare casa è un momento spesso non facile da affrontare, ma c’è qualcosa che è ancora più difficile da valutare. Quando ci si appresta a sottoscrivere un mutuo presso una banca, difatti, la scelta del tasso, se fisso o variabile, è una di quelle che più “tormenta” le persone. Questa guida si pone l’obiettivo di farti capire le differenze tra i due tassi, ma soprattutto quale dei due conviene oggi.
Tasso fisso o variabile? Le differenze
Dare una risposta al quesito, se conviene il tasso fisso o variabile, non è semplice. Sicuramente però, capirne le differenze, può aiutare nella scelta. La principale di queste è ovviamente che il tasso fisso viene deciso al momento dell’erogazione del mutuo, e rimarrà invariato per tutta la durata del piano di ammortamento. Quello variabile invece, è calcolato sulla base degli indici di riferimento, che possono variare nel corso degli anni, come Euribor e Eurirs, a cui aggiungere lo spread, quindi il costo che la banca somma al tasso di riferimento, al fine di calcolare l’effettivo tasso annuo nominale.
Entrambe le tipologie di tassi offrono quindi dei vantaggi e degli svantaggi, motivo delle titubanze nel momento della scelta dell’uno o dell’altro. Per quanto concerne il tasso fisso, il principale vantaggio è che sarai al riparo da eventuali innalzamenti dello stesso, conoscendo anticipatamente l’importo delle rate che, come detto, rimarrà invariato per tutta la durata del mutuo. Sostanzialmente hai la possibilità di programmare adeguatamente le tue spese mensili. In merito agli svantaggi invece, devi sapere che se i tassi, anziché salire, dovessero scendere, non avrai la possibilità di beneficiare della riduzione. Inoltre il tasso fisso, al momento della sottoscrizione, è più oneroso rispetto a quello variabile.
Per quanto concerne il tasso variabile invece, è consigliabile nel caso tu volessi un tasso sempre perfettamente in linea con l’andamento dei mercati, e soprattutto se sei in grado di sostenere eventuali aumenti della rata, che poi coincide anche con i possibili svantaggi. Difatti, a parità di durata del mutuo, i tassi variabili all’inizio offrono condizioni migliori rispetto ai fissi, ma potendo aumentare, ti espongono al rischio di aumenti delle rate, che in alcuni casi possono essere anche molto consistenti.
Tasso fisso o variabile, quale conviene oggi?
La risposta al quesito la si può trovare sia nelle differenze sopra elencate, che nelle tue esigenze o intenzioni in merito alla casa che andrai ad acquistare. Partiamo dal presupposto che grazie alla BCE, i tassi d’interesse, sia fissi che variabili, sono scesi moltissimo a causa della diminuzione del costo del denaro.
Ad oggi, per il tasso fisso, auspicando le migliori condizioni possibili, siamo assestati allo 0,69% per un mutuo decennale e 1,1% per uno ventennale. I dati riportati sono aggiornati a luglio 2019 e si intendono per mutui entro il 50% del valore dell’immobile. Per quanto concerne il tasso variabile invece, si parte attorno allo 0,4%, quindi la tentazione di optare per il secondo potrebbe essere molto forte, anche perché le previsioni per i prossimi mesi sono ulteriormente ribassiste.
Come scegliere quindi tra tasso fisso e variabile in questa situazione del mercato? Tra le considerazioni che dovrai fare, sicuramente dovrai tenere presente per quanto tempo hai intenzione di mantenere la proprietà della casa. Se le tue intenzioni sono di rivendere l’immobile dopo qualche anno, probabilmente la scelta migliore potrebbe essere quella di un tasso variabile, date le vantaggiose condizioni prima citate. Nel caso invece avessi intenzione di rimanere nella casa per tutta la durata del mutuo, magari trentennale, il tasso fisso offre maggiori tutele, ed alla lunga generalmente rimane più economico (spesso rimane più competitivo già dai dieci anni in poi).
Indice dei Contenuti