Scegliere un mutuo non è affatto una cosa semplice. Sul web esistono centinaia di offerte e per coloro che non hanno molta dimestichezza con i conti e la finanza, come coloro che si accingono a scegliere un mutuo prima casa, potrebbe essere complicato riuscire a comprendere quale sia la migliore.
Come scegliere un mutuo sul web: valutare lo spread
Una delle prime terminologie che si trova ad affrontare chi inizia ad avvicinarsi al mondo dei mutui online è lo spread. Vediamo insieme di capire cosa significa e quanto può incidere sull’importo di ogni rata. Lo spread, che tradotto significa differenziale, è la percentuale di ricarico che ogni banca o istituto finanziario applica sul tasso di interesse, ovvero il suo guadagno vero e proprio. Dopo un inizio 2018 in cui lo spread era teso al ribasso, verso fine anno si sono registrati continui rialzi ed oggi lo spread medio si attesta intorno al 2,50%.
Conoscere il Taeg per sapere quale sarà il costo complessivo del mutuo
Il Taeg invece sta ad indicare il tasso annuo effettivo globale, ovvero il costo del finanziamento comprensivo delle spese accessorie e di quelle necessarie per il contratto di finanziamento, come le polizze assicurative, i costi legati all’apertura ed al mantenimento del conto corrente e le commissioni legate al pagamento delle rate. A stabilire quali sono le voci che entrano a far parte del Taeg ed a determinarne la percentuale è una direttiva europea, che però lascia fuori da questo parametro le spese notarili, le imposte e le spese di perizia.
Come scegliere un mutuo sul web in base al Tan
Da non confondere con il Taeg, il Tan indica invece il Tasso annuo nominale, ovvero il tasso di interesse puro e semplice che viene applicato al mutuo.
Nella valutazione di più proposte di mutuo internet occorre tenere ben presente la differenza che vi è tra il Tan ed il Taeg. Una differenza piuttosto marcata tra Taeg e Tan definito in sede di contrattazione potrebbe significare che siamo in presenza di un mutuo che riserverà costi inaspettati in futuro.

Come scegliere il mutuo: tasso fisso o variabile?
Un’altra delle cose a cui fare molta attenzione è la scelta del tasso. Se scegliere un mutuo a tasso fisso significa molte volte poter dormire sonni tranquilli, perchè sapremo sempre con estrema esattezza quale sarà l’importo mensile di ogni rata, dall’altro la scelta di un tasso variabile lascia aperte le porte alla possibilità di ottenere benefici legati proprio all’andamento dei tassi d’interesse.
Una soluzione per coloro che vogliono avere la certezza di un esborso mensile che non riservi sorprese ed al tempo stesso poter beneficiare di un eventuale andamento positivo dei tassi d’interesse potrebbe essere quella di un mutuo a tasso variabile con rata costante.
In questo caso ogni mese verranno addebitati gli interessi calcolati in base all’andamento, come avviene in un mutuo a tasso variabile, mentre la somma del capitale rimborsato sarà data dalla differenza tra questo importo e la rata pagata, che sarà sempre in ogni caso costante come invece avviene nei mutui a tasso fisso. Ovviamente in questo caso la durata del finanziamento sarà variabile, in quanto correlata all’importo che ogni mese verrà imputato come quota capitale.
Come approfittare delle agevolazioni previste per la prima casa
Oltre ai tassi ed alle condizioni offerte da ciascuna banca o istituto finanziario, è possibile ottenere un risparmio notevole anche approfittando delle agevolazioni previste per l’acquisto della prima casa. A questo proposito è importante fare una differenziazione tra acquisto dell’immobile da privati, da imprese che vendono in esenzione di IVA oppure da imprese che effettuano vendite soggete ad IVA.
Nel caso di acquisto da privati o da imprese che vendono in esenzione IVA le imposte da sostenere saranno:
– imposta di registro pari al 2% (invece che al 9%)
– imposta catastale fissa di € 50
– imposta ipotecaria fissa di € 50
Nel caso invece si acquisti da impresa che effettua vendite soggete ad IVA le imposte saranno costituite da:
– IVA al 4% (invece che al 10%)
– imposta ipotecaria di € 200
– imposta catastale di € 200
– imposta di registro di € 200
Per poter beneficiare delle agevolazioni prima casa è però necessario, in ogni caso, che l’acquirente risieda oppure svolga attività lavorativa nel comune in cui è ubicato l’immobile.